Vuoi conoscere tutto sull’autoconsumo collettivo nel 2025? Vediamo insieme cos’è, perché conviene, come avviare e gestire un progetto e quali benefici ambientali comporta.
Il grande obiettivo attuale è la transizione energetica: passare da fonti fossili, altamente inquinanti, a fonti rinnovabili con emissioni ridotte o, idealmente, zero. In Italia, il settore residenziale contribuisce per il 18% alle emissioni di gas serra (Fonte: ISPRA). Per questo motivo, diffondere il modello di autoconsumo collettivo e le Comunità Energetiche rappresenta un passo fondamentale verso la riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, come previsto dal pacchetto europeo Fit for 55.
Cos’è l’autoconsumo collettivo e come funziona
L’autoconsumo collettivo avviene quando almeno due soggetti nello stesso edificio o condominio si associano per produrre energia da fonti rinnovabili e condividerla sul posto. Tipicamente ciò avviene tramite impianti fotovoltaici installati sui tetti o spazi comuni, ma può riguardare anche altre tecnologie rinnovabili.
In pratica, l’energia prodotta viene prima utilizzata per soddisfare i bisogni energetici comuni, come illuminazione, ascensori e cancelli. Questo si chiama autoconsumo fisico. L’energia eccedente può essere immagazzinata in batterie o immessa nella rete tradizionale. Quando l’energia immessa coincide temporalmente con il prelievo delle singole unità abitative, si realizza l’autoconsumo virtuale, che viene premiato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) tramite incentivi economici.
Principali incentivi economici
I principali incentivi che rendono conveniente l’autoconsumo collettivo includono:
- Corrispettivo di valorizzazione: comprende il valore di mercato dell’energia più alcune componenti tariffarie risparmiate.
- Tariffa incentivante: è un bonus aggiuntivo assegnato dal GSE per ogni kWh di energia condivisa.
Questi due incentivi si sommano, rendendo la partecipazione estremamente vantaggiosa.
Come avviare un progetto condominiale
La procedura per costituire un gruppo di autoconsumo collettivo è snella. Non serve costituire una figura giuridica complessa come nelle Comunità Energetiche Rinnovabili, basta un accordo tra i condomini regolato da un contratto privato. Un verbale di assemblea condominiale può essere sufficiente per formalizzare il gruppo. È importante:
- identificare chiaramente i partecipanti,
- nominare un referente per i rapporti con il GSE,
- determinare chiaramente le modalità di ripartizione dei benefici economici.
Vantaggi economici e ambientali
I condomini possono godere di numerosi vantaggi:
- Risparmio immediato sulle bollette: grazie all’autoconsumo fisico e virtuale, i costi energetici comuni e individuali diminuiscono significativamente.
- Autosufficienza energetica: riduzione della dipendenza dalle fluttuazioni dei prezzi del mercato energetico.
- Valorizzazione dell’immobile: gli immobili dotati di impianti di autoconsumo aumentano di valore sul mercato.
Sul fronte ambientale i benefici sono altrettanto importanti:
- Riduzione delle emissioni di CO₂: minor utilizzo di energia fossile e conseguente miglioramento della qualità dell’aria.
- Meno pressione sulla rete tradizionale: con minori perdite energetiche e una maggiore efficienza.
Perché il fotovoltaico è la soluzione migliore
Tra le tecnologie disponibili, il fotovoltaico emerge come la soluzione più efficace per l’autoconsumo collettivo, specialmente in ambito urbano e condominiale. Infatti:
- è facilmente installabile su tetti e spazi comuni,
- ha costi di manutenzione ridotti,
- offre alte prestazioni e una lunga durata,
- permette una perfetta integrazione con i sistemi di calcolo di autoconsumo virtuale previsti da ARERA.
Vantaggi sociali
Infine, il modello dell’autoconsumo collettivo non porta solo vantaggi economici e ambientali, ma anche sociali, rafforzando il senso di comunità tra gli abitanti e offrendo un concreto supporto alle famiglie più vulnerabili.
Questa rivoluzione silenziosa sta trasformando i condomini italiani in comunità sostenibili, intelligenti e socialmente consapevoli.